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Dott.ssa Maura Tamagnone – Logopedista Poliambulatorio VillaIris

Leggere, scrivere e calcolare sono attività che svolgiamo continuamente.

Per la maggior parte di noi sono azioni semplici e automatiche che svolgiamo con immediatezza e con un minimo dispendio di energie. Ad esempio, se il nostro sguardo si posa su una scritta non riusciamo a non leggerla. Se scriviamo un appunto non abbiamo bisogno di pensare a come scrivere le parole che stiamo componendo. Se al supermercato confrontiamo il rapporto prezzo/quantità di due prodotti scopriamo velocemente quale dei due è il più conveniente.

Ma non per tutti funziona così. I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), come la Dislessia, la Disortografia, la Disgrafia e la Discalculia compromettono la semplicità di queste azioni, rendendole faticose e complesse, poiché non automatiche.

Il servizio multidisciplinare di VillaIris rivolto all’età evolutiva rivolto all’età evolutiva, è formato da logopediste, psicologhe, neuropsicomotriciste e medici specialisti, che prendono in carico a 360° le problematiche relative allo sviluppo fin dalla nascita, compreso il DSA.

In Italia si stima ci sia un bambino con DSA ogni 30 alunni, quindi circa uno in ogni classe. Solitamente le difficoltà correlate al DSA emergono già nei primi anni di scolarizzazione, altre volte si esprimono solo più tardi, nel corso della scuola secondaria di primo o secondo grado.

Quali sono i fattori di rischio in età prescolare?

Le linee guida sottolineano l’importanza di individuare e intervenire precocemente in caso di DSA o sospetto DSA, per ridurre al minimo l’impatto che questo può avere sul percorso scolastico e personale di un bambino. Per questo motivo è importante riconoscere i campanelli d’allarme che possono manifestarsi già durante la scuola dell’infanzia.
Infatti, nei bambini in età prescolare possiamo notare:

– Un linguaggio povero, immaturo e/o impreciso: confusione di suoni, frasi incomplete o grammaticalmente scorrette, un vocabolario ridotto, difficoltà nel raccontare, …
– Difficoltà nelle competenze metafonologiche: sillabare le parole, riconoscere le rime, discriminare suoni simili, manipolare parti della parola, …
– Difficoltà di memoria: memorizza con fatica le filastrocche e le canzoncine, non ricorda i nomi dei proprio compagni, …
– Difficoltà di attenzione
– Difficoltà nella copia di un disegno
– Difficoltà ad imparare a scrivere il proprio nome
– Difficoltà nella conta fino a 10 o nel confronto di piccole quantità
– Goffaggine nelle autonomie di base come vestirsi, lavarsi, mangiare da solo
– Impaccio nella coordinazione motoria (ad esempio andare in bicicletta)
– Dominanza laterale non acquisita (ad esempio usa sia la mano destra che sinistra per impugnare la matita o la forchetta).

Oltre ad osservare il verificarsi di uno o più di questi comportamenti è importante tener conto dell’eventuale presenza di una familiarità per DSA o di pregresso Disturbo del Linguaggio, poiché circa il 60% dei bambini che ha manifestato un disturbo del linguaggio evolve in un DSA.
Come si manifestano i DSA e cosa può notare un genitore?

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SCUOLA PRIMARIA

Genitori e insegnati sono solitamente le prime persone che notano l’emergere di una difficoltà negli apprendimenti scolastici. Non sempre però si tratta di un compito semplice. I DSA possono manifestarsi fin dal primo anno della scuola primaria e, a seconda della gravità, possono evidenziarsi uno o più di questi indicatori:

– Fatica e lentezza nell’acquisizione delle lettere dell’alfabeto (non le ricorda o le confonde anche dopo un periodo di allenamento)
– Difficoltà nel fondere insieme o separare le lettere che formano una parola (sintesi e segmentazione fonemica)
– Lettura lenta, stentata e scorretta nonostante l’allenamento
– Presenza di numerosi errori ortografici che persistono nel corso della scuola primaria
– Brutta grafia, troppo grande o troppo piccola, irregolare, difficilmente leggibile
– Evidente difficoltà e affaticamento nella copia dalla lavagna
– Difficoltà nell’imparare le tabelline (le dimentica in poco tempo)
– Difficoltà nel ricordare i procedimenti del calcolo
– Errori persistenti nella lettura o scrittura dei numeri in cifre (li inverte, li confonde o li scrive in modo speculare)
– Importante fatica nel conteggio decrescente
– Difficoltà di attenzione, si distrae facilmente
– Rendimento scolastico scadente o molto altalenante nonostante l’impegno

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

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Talvolta, se il disturbo dell’apprendimento non è troppo grave e il ragazzo ha buone abilità cognitive, può capitare che questo risulti mascherato nei primi anni di scolarizzazione e si palesi solo quando le richieste scolastiche aumentano. Genitori e professori potrebbero notare una o più di questi elementi:

– La lettura continua a essere lenta e poco fluente rispetto ai coetanei, con errori di scambio, inversione o omissione di grafemi (es. feste per veste, parto per prato, cane per carne) e/o difficoltà nel comprendere ciò che legge, con conseguente fatica nello studio
– Presenza di numerosi errori ortografici in scrittura
– Preferenza nell’uso di un solo allografo (es. stampatello maiuscolo)
– Difficoltà nel ricordare le tabelline
– Fatica a raccontare un fatto: non trova le parole o non riesce a costruire un discorso lineare e coerente
– Difficoltà nell’organizzare un testo scritto o risposte aperte durante le verifiche
– Lentezza e difficoltà nel portare a termine un compito in classe (rimane indietro rispetto alla classe)
– Bassa autostima e poca fiducia in sé.

Cosa si deve fare se si ha il dubbio che il proprio figlio possa avere un disturbo di apprendimento?

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In caso aveste notato una o più delle caratteristiche sopra descritte, potrebbe essere utile un approfondimento. Queste difficoltà, infatti, non solo potrebbero condizionare l’apprendimento della letto-scrittura, del calcolo e dei numeri, ma pure influire negativamente sull’autostima del bambino o ragazzo, con conseguenze anche a lungo termine.

La diagnosi può essere effettuata al termine del secondo anno della scuola primaria per quanto riguarda la dislessia e la disortografia e alla fine del terzo anno per la discalculia.

Questo non significa che prima non si possa fare nulla. Infatti, già alla fine del I anno della scuola primaria, è possibile mettere le basi per un sospetto di DSA. La prima ipotesi diagnostica viene realizzata tenendo conto dei profili funzionali dei bambini e della presenza o meno di indicatori diagnostici.

Effettuare una diagnosi precoce dei disturbi di apprendimento è fondamentale perché accelera gli eventuali interventi di recupero, migliorando la prognosi e riducendo l’impatto del disturbo nella vita scolastica e personale.

A chi bisogna rivolgersi se si volesse intraprendere il percorso diagnostico?

La prima figura a cui bisogna rivolgersi in caso di dubbio è quella dell’insegnante. In caso venissero segnalate difficoltà scolastiche o nel raggiungimento delle principali tappe di apprendimento, è infatti possibile accordarsi per avviare attività di tutoring o di potenziamento per cercare di migliorare le abilità del bambino e superare le difficoltà riscontrate.

In seguito, in caso queste attività non fossero sufficienti per la risoluzione le problematiche, è necessario rivolgersi a una figura medico-sanitaria.

Fondamentale nel percorso di diagnosi è la figura del Neuropsichiatra Infantile (NPI). Uno dei compiti di questo medico è quello di effettuare la valutazione dell’intelligenza (o valutazione cognitiva). Questa tappa permette di distinguere le difficoltà di apprendimento specifiche da quelle non specifiche (nel caso in cui le prestazioni del bambino fossero inferiori alla norma per la sua età). Per effettuare una visita NPI è possibile rivolgersi al Servizio dell’ASL territoriale di competenza o a centri privati/accreditati (che realizzano documenti di pari validità per la legge italiana).

L’altra figura che può intervenire nel percorso di diagnosi, è quella dello Psicologo. Oltre a poter effettuare la valutazione cognitiva in sostituzione al NPI, considererà il bambino nella sua globalità, tenendo conto dell’ambito emotivo-relazionale, del livello attentivo e delle sue abilità di memoria.

In caso il bambino avesse avuto in precedenza o presentasse tuttora difficoltà di linguaggio, altra figura che può essere coinvolta è quella del Foniatra. Questo medico permette infatti di valutare il bambino nella sua interezza, tenendo anche conto degli aspetti linguistici.

Ulteriore tappa fondamentale nel percorso di diagnosi è la valutazione degli apprendimenti, che viene effettuata dal Logopedista.

Nello specifico, i test che verranno somministrati permetteranno di analizzare i pre-requisiti scolastici, le capacità di lettura, scrittura e logico-matematiche del bambino. Inoltre, in caso fosse necessario, il logopedista può anche effettuare un approfondimento delle abilità linguistiche, andando a valutare il vocabolario del bambino, la capacità di comprendere frasi più o meno complesse e la presenza di problematiche nella pronuncia di specifiche lettere.

Infine, a seconda di quanto consigliato dal medico NPI o dal foniatra, in base alle caratteristiche del bambino, nel percorso di diagnosi possono essere coinvolti anche:

– il terapista della neuropsicomotricità evolutiva (o neuropsicomotricista): valuterà la motricità fine e globale del bambino, le sue abilità grafo-motorie e le sue capacità di coordinazione motoria
– l’ortottista e/o optometrista: valuterà le capacità visuopercettive ed effettuerà un approfondimento sui movimenti oculari (alla base dell’abilità di lettura).

Tutti questi approfondimenti sono necessari e fondamentali per conoscere al meglio il quadro di funzionamento del bambino e comprendere i suoi punti di forza e di debolezza.

Al termine delle differenti valutazioni, ogni clinico scriverà una relazione, riportante i risultati delle prove proposte al bambino.

Per ottenere la diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento è necessario portare tutti questi documenti al medico NPI o allo psicologo, uniche figure che possono redigere la diagnosi.

Qualora ci si fosse rivolti a un professionista di un centro privato accreditato o privato sarà necessario presentare la documentazione presso il Servizio di NPI del proprio territorio e sottoporre la diagnosi alla convalida necessaria per ottenere la certificazione. Ad oggi, la certificazione per DSA ha una validità di tre anni e va rinnovata alla sua scadenza per avere un quadro aggiornato del funzionamento dell’alunno.

Per dare un esempio del percorso di diagnosi, qui sotto viene riportato lo schema dell’iter valutativo -diagnostico in adozione presso il Servizio di Logopedia del Poliambulatorio VillaIris.

Per dare un esempio del percorso di diagnosi, qui sotto viene riportato lo schema dell’iter valutativo -diagnostico in adozione presso il Servizio di Logopedia del Poliambulatorio VillaIris.

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